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Novembre 2016: la congiuntura siderurgica

L'andamento dei principali indicatori dell'acciaio italiano, europeo e mondiale

Lo scenario mondiale
Nei primi dieci mesi del 2016 la produzione mondiale di acciaio è stata pari a 1,333 miliardi di tonnellate, in leggero calo (-0,1%) rispetto allo stesso periodo del 2015, quando fu superiore di circa 250.000 tonnellate rispetto a quest’anno. Il calo della produzione è significativamente rallentato rispetto ai primi mesi dell’anno ed il tasso di utilizzo della capacità produttiva globale è tornato attorno al 70%, in particolare al 70,2% in settembre ed al 69,6% in ottobre.

Tra i primi undici produttori mondiali, cinque mostrano incrementi rispetto al corrispondente periodo dell’anno scorso (Cina, India, Turchia, Ucraina ed Italia), mentre sei peggiorano il proprio risultato (Giappone, USA, Russia, Corea del Sud, Germania e Brasile). A livello di macro aree, il sud America è quella che ha subito la maggiore riduzione della produzione (-11,2%), seguita dall’Africa (-8,6%), dall’UE (-4,2%), dal Nord America (-1,3%), dalla CSI (-0,2%) e dall’Oceania (-0,1%). L’area che mostra invece il miglior tasso di crescita è quella dei paesi europei non facenti parte dell’Ue (+4,8%), seguita dal Medio Oriente (+4,7%) e dall’Asia (+1,0%).

Nell’UE, la riduzione della produzione ha interessato 12 dei 20 Stati membri produttori di acciaio. I Paesi con il calo maggiore, escludendo la Croazia che ha azzerato la produzione, sono: Regno Unito (-32,4%), Ungheria (-28,2%), Bulgaria (-16,1%), Spagna (-8,3%), Polonia (-7,6%) e Francia (-6,9%).

 

La siderurgia italiana
Nei primi dieci mesi del 2016 la produzione di acciaio in Italia è risultata pari a 19,5 milioni di tonnellate, con un aumento del 4,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il tasso tendenziale di crescita del solo mese di ottobre è risultato positivo dell’11,4%, recuperando il -5,2% di settembre. Il tasso di utilizzo della capacità produttiva si è attestato intorno al 59,1%, 10 punti in meno rispetto alla media mondiale.

L’aumento dei volumi produttivi ha riguardato prevalentemente la produzione di acciaio con ciclo integrale, grazie alla ripresa della produzione dell’ILVA. La produzione di laminati piani a caldo è stata pari a 8,5 milioni di tonnellate tra gennaio e settembre (ultimi dati disponibili), con un aumento del 10,4% rispetto allo stesso periodo del 2015. La produzione di laminati lunghi si è attestata a 8,6 milioni di tonnellate, con un incremento dello 0,8% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente.

 

Le esportazioni
Nei primi otto mesi del 2016 le vendite all’estero di prodotti siderurgici sono ammontate a 11,7 milioni di tonnellate, con un aumento del 6,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le esportazioni nei Paesi dell’UE, pari al 70,4% del totale, sono cresciute dell’11,7%, mentre quelle verso i Paesi extra UE sono diminuite del 2,6%. Le vendite all’estero di laminati piani sono aumentate del 6,2%, mentre quelle di laminati lunghi sono cresciute del 10,4%. Le esportazioni di semilavorati (lingotti, billette e bramme) sono aumentate del 17,7%, mentre quelle di tubi hanno registrato un incremento del 4,7% imputabile soprattutto ai tubi saldati.

 

Le importazioni
Nei primi otto mesi di quest’anno le importazioni di prodotti siderurgici si sono attestate a 13,5 milioni di tonnellate, con un incremento dello 0,7% rispetto allo stesso periodo del 2015. La crescita è da imputarsi al commercio con i Paesi extracomunitari, salito del 5,1% (7,2 milioni di tonnellate), mentre gli arrivi dai Paesi Ue sono scesi del 4,1% (6,2 milioni di tonnellate). Con riferimento al periodo gennaio-agosto sono diminuite le importazioni di prodotti piani (-1,3%), mentre quelle di prodotti lunghi sono salite (+0,5%). L’import di questi ultimi è calato per quanto riguarda i Paesi comunitari (-1,1%), mentre è aumentato per quanto concerne i Paesi extracomunitari (+5,5%). L’import di prodotti piani è diminuito dai Paesi Ue (-5,6% a 4,1 milioni di tonnellate), è invece cresciuto nei Paesi extra Ue(+3,2%). Le importazioni di semilavorati sono cresciute del 4,4% grazie al contributo dei Paesi Terzi (+10,6%).

 

Le previsioni a breve termine
Per il 2017, date le previsioni di crescita del PIL nazionale, comprese tra il +0,6% ed il +1,0% rispetto al 2016, e date le prospettive di crescita degli investimenti fissi lordi (+1,5% secondo le stime del Governo), degli investimenti in macchinari industriali (oltre il +2%), in mezzi di trasporto ed in edilizia (+1,0%), le attese per il nostro paese sono di un incremento del consumo reale di acciaio di circa il 1,5%-2,5%. Il consumo apparente dovrebbe salire di circa mezzo punto in più. Tra i prodotti siderurgici, i piani potranno beneficiare di una congiuntura migliore rispetto ai lunghi.

 

Prezzi: ottobre di stabilità.  A novembre riparte il mercato
Dopo qualche settimana di stabilità, ripartono i prezzi del mercato dell’acciaio al carbonio a novembre. Secondo le rilevazioni effettuate da Siderweb e condensate nel SiderIndex (ovvero l’indice che misura le quotazioni medie alla tonnellata dei prodotti siderurgici in acciaio al carbonio sul mercato italiano), i prezzi medi di ottobre sono risultati pari a 298,23 euro la tonnellata, con leggero decremento rispetto alla media di settembre (300,23 euro la tonnellata, -0,7%). Nelle prime tre rilevazioni di novembre, invece, i prezzi sono saliti, con una media di 315,64 euro la tonnellata nel periodo e con una punta di 327,41 euro la tonnellata nella settimana centrale del mese.

23.11.2016

Tornando al mese di ottobre e analizzando l’andamento dei singoli prodotti, si nota che i piani ad ottobre hanno fatto registrare un incremento dei prezzi, con i coils a caldo che hanno recuperato 12,5 euro la tonnellata e le lamiere da treno circa 7 euro la tonnellata. Il comparto dei lunghi, invece, mostra una riduzione dei valori, più contenuta (compresa tra 5 e 10 euro la tonnellata) per le travi e la vergella da sia da trafila sia per rete, più elevata per tondo per cemento armato e laminati mercantili. Infine, per quanto concerne il rottame, il valore medio registrato per la materia prima delle categorie 01-E3, 33-E40, 50-E8, 41-E5M (le quattro principali qualità di rottame vendute sul mercato nazionale) è stato di 180,0 euro la tonnellata ad ottobre, contro i 186,1 euro la tonnellata di settembre, per una variazione del 3,3%.


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