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Le vie per la creazione del valore al centro del dibattito

BORGONATO DI CORTE FRANCA (BS) - Quali le strategie e le vie per la creazione del valore? Quali i mercati sui quali contare per il proprio business? Questi i temi affrontati nel corso della tavola rotonda dal titolo «Le vie per la creazione del valore», organizzata da Amafond - l’associazione italiana dei fornitori di macchine, prodotti e servizi per la fonderia - a Borgonato di Corte Franca (BS), al termine della propria assemblea annuale. La relazione iniziale e la moderazione dell’evento è stata affidata al professore di Economia e Gestione delle Imprese all’Università Cattolica di Milano, Luigi Serio. Al tavolo dei relatori erano inoltre seduti il presidente di Amafond, Roberto Savelli, il presidente di Assofond, Roberto Ariotti, il presidente di Fonderia Casati, Gianluigi Casati e il presidente di Laviosa Chimica Mineraria, Giovanni Laviosa.
Il professor Serio ha definito la nuova composizione del concetto di valore come figlia del connubio tra attività primaria (composta da produzione e logistica) e attività di supporto, tra le quali si annoverano le infrastrutture dell’impresa, la gestione delle risorse, le tecnologie e gli approvvigionamenti. Anche i modelli di business vedono il vantaggio competitivo, in grado pertanto di creare valore, nella sintesi di ulteriori caratteristiche, identificate nell’ampliamento dei confini territoriali, nell’innovazione e nella dimensione sociale del business, con un ritorno pertanto al valore sociale dell’impresa e una forte propensione al «green». Anche l’organizzazione – definita 4.0 – è cambiata, arricchita da nuovi elementi, come la costituzione di processi in chiave cloud, il valore che si sposta da monte a valle, i processi di interazione che diventano “open” e condivisi pertanto da forza lavoro, clienti, fornitori e partner. Tutto ciò poggiato su una diffusione capillare dell’informazione. Ma non è tutto. Il professore ha, infatti, identificato nella personalizzazione delle esigenze del cliente, nella qualità del prodotto e, soprattutto, nell’affidabilità post vendita, nella presenza sui mercati di sbocco e nel giusto mix tra governance famigliare e management esterno altre vie per la creazione del valore. «Stiamo vivendo un periodo di incertezza e difficoltà – ha affermato il presidente di Assofond Ariotti durante la tavola rotonda -, ma fare impresa in questo modo è sfidante. La creazione del valore passa, a mio avviso, da molteplici possibilità. Una delle quali è anche la capacità di gestire il rischio». «Il valore, oggi più che mai, si impernia anche su un’ottica soggettiva e si crea laddove lo si attribuisce a ciò che si fa» ha dichiarato il numero 1 di Laviosa Chimica Mineraria, Giovanni Laviosa, il quale ha aggiunto che, sul tema dell’innovazione ci sono spesso idee controverse. «Oltre a tutto ciò che si può identificare come innovazione, ricordiamoci che anche il saper riconoscere quando un processo o un prodotto non devono essere cambiati può essere considerata tale» ha affermato Laviosa portando ad esempio la produzione di alcune, celebri caramelle gommose delle quali ha seguito la storia e la crescita a livello mondiale. Laviosa ha, inoltre, portato un esempio di processo di innovazione attuato da un’azienda. «La gestione di questa società si era prefissata un obiettivo: mantenere una traccia precisa di ciascuna piccola o grande modifica all’interno del proprio modo di lavorare. Da questo punto, la sfida. Appurare se, di anno in anno, almeno il 20% di tutto ciò che si faceva, era soggetto a modifiche e miglioramenti». E quindi, innovato. «La generazione del valore passa – a mio avviso – anche dalla capacità di stare al passo con le richieste del mercato» ha affermato Gianluigi Casati, presidente della Fonderia Casati. Una convinzione che è stata suffragata da un esempio concreto. «Qualche anno fa, la nostra azienda aveva predisposto un piano di investimenti volto all’aumento della produzione. Un progetto che aveva anche preso il via. Tuttavia, le esigenze del mercato ci portarono a cambiare in corsa, passando dall’incremento dei volumi alla diversificazione, aggiungendo alla ghisa – nostro tradizionale business – l’inox, sempre più richiesto dal comparto automotive». È stato il presidente di Amafond, Francesco Savelli, direttore commerciale dell’omonima società specializzata nella produzione di impianti  e macchine per la fonderia, ad affrontare il tema dei mercati esteri. «Tra i Paesi asiatici, la Corea rappresenta un cliente in grado di rispettare e comprendere la qualità di prodotti italiani e occidentali, a differenza della Cina che, dando spesso per scontata la tecnologia insita nei nostri impianti, tende ad identificare il prezzo come unica discriminante. Tra i Paesi europei, la Germania, nonostante la competizione tra i nostri mercati, riconosce la qualità dei prodotti made in Italy. La scommessa, poi, dovrebbe essere il Messico, soprattutto per l’alluminio, ma il suo mercato è ancora contraddistinto da numerosi punti di domanda».


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