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Il 2015 visto dalle fonderie, dai suoi fornitori e dall’automotive

REZZATO (BS) – Un congresso a tutto tondo quello proposto venerdì 20 novembre da Amafond – l’Associazione Italiana dei Fornitori  delle Fonderie – all’interno del quale sono stati affrontati tutti i temi caldi per il comparto dei fonditori. Ripercorrendone l’intera filiera, hanno preso parte all’incontro il presidente di Amafond, Piero Starita, di Assofond, Roberto Ariotti, di ANFIA, Roberto Vavassori. Inoltre, sono intervenuti Pio De Gregorio (responsabile Business Analysis UBI Banca), Claudio Mus (presidente di Rheinfelden Alloys) e il CEO di Roland Berger, Roberto Crapelli. Sotto i riflettori, come da previsione, il comparto dell’automotive, con una relativa lettura “critica” dei segni positivi che ne stanno contraddistinguendo gli ultimi mesi, ma anche i materiali sempre più impiegati nella produzione di autoveicoli dove, con sempre maggiore decisione, l’alluminio sembra sempre più impiegato oltre che nella tradizionale componentistica, anche nella carrozzeria e nella scocca.

Piero Starita (Amafond):
«Sarà sempre più partner strategico nell’internazionalizzazione degli associati»
Le dimissioni del precedente numero 1 dell’associazione sono giunte all’indomani della richiesta di ammissione alla procedura di concordato preventivo «con riserva» dell’azienda. Operazione sulla quale il mercato parla di numerosi soggetti interessati: iter prevedibile visto l’appeal composto da storia e knowhow della società bresciana Savelli spa. Il testimone di Fabio Savelli è stato quindi raccolto da Piero Starita lo scorso venerdì, a seguito dell’assemblea straordinaria tenutasi in mattinata. «Il mio obiettivo è di traghettare l’associazione in continuità con l’operato del precedente presidente fino al prossimo giugno, quando si terranno le elezioni per il rinnovamento dell’intero consiglio» dichiara Starita, che continua «Amafond ha identificato nell’internazionalizzazione dei propri associati il principale obiettivo da raggiungere. In questa direzione, pertanto, Amafond continuerà a portare avanti le proprie missioni internazionali». Il numero 1 dei fornitori delle fonderie annuncia già le prossime azioni. «L’Iran è il paese del momento, – afferma – pertanto in primavera sosterremo una missione all’interno della quale i nostri associati potranno presentare le loro aziende ed incontrare i loro potenziali clienti». Se l’Iran è uno dei luoghi «caldi» del momento, secondo il presidente, il comparto dei fornitori di fonditori deve comunque guardare con attenzione al Maghreb – con Marocco su tutti -, ma anche a Sudafrica, India, Cina e Brasile. «Oltre all’internazionalizzazione, Amafond si prefigge l’obiettivo di accompagnare i propri associati in un ulteriore, fondamentale cambiamento. – conclude Starita – Quello che un tempo si definiva «fare sistema», oggi è interconnessione e digitalizzazione. Staremo vicini alle aziende che si apprestano a divenire “Industrie 4.0”».   

Roberto Ariotti (Assofond): «2015 leggermente sotto alle attese»

Un anno complesso, quello che si sta per concludere, per i fonditori nazionali. Questo, in estrema sintesi, quanto dichiarato dal presidente di Assofond, Roberto Ariotti. «Il 2015 si chiuderà leggermente al di sotto delle precedenti previsioni, – afferma – anche se si manterrà il trend evidenziato in precedenza e che vede le prestazioni di fonditori di alluminio e di non ferrosi più brillanti, a fronte di una situazione di difficoltà che perdura per ghise e ferrosi». La ragione di questo andamento a due velocità ha un nome: automotive. «Il 50% delle fonderie di non ferrosi lavora per il comparto dell’automobilistico, a fronte di un 30% di quelle di ferrosi. – spiega Ariotti – Pertanto, gli operatori che lavorano maggiormente per quel settore utilizzatore stanno beneficiando di un andamento positivo. I settori delle costruzioni e dell’agricoltura, invece, mostrano ancora difficoltà. Complessivamente, la visibilità degli ordini si mantiene bassa e si attesta a 1,8 mesi per la ghisa, 2 mesi per l’acciaio e 2,6 mesi per i non ferrosi».

Roberto Vavassori (ANFIA): «Disastro ILVA, ma anche noi dobbiamo fare la nostra parte»

Il numero 1 dell’associazione nazionale delle industrie automobilistiche Roberto Vavassori invita ad una lettura “critica” dei dati della produzione e del mercato degli autoveicoli nel nostro Paese. «Non lasciamoci ingannare dagli incrementi a doppia cifra: – spiega il presidente – sono aumenti che vanno ricondotti esclusivamente alla ripresa della produzione di Melfi. Sono, ovviamente, segnali positivi, ma nel nostro paese si continua a produrre un decimo di quanto non si faccia in Germania e un terzo della Francia». Nei primi nove mesi dell’anno in corso, in Italia sono state prodotte 493.000 unità (+69% rispetto al periodo gennaio – settembre 2014). Si tratta di una crescita importante, ma che va anche confrontata ad altre nazioni. «In Marocco, ad esempio, il prossimo anno verranno realizzate 260 mila autovetture, mentre in Iran saranno oltre 900 mila e con tecnologia francese» afferma Vavassori. È rilevante anche dare uno sguardo al mercato dell’auto che nell’anno in corso e rispetto al precedente ha fatto segnare un +14,5%: nel periodo gennaio – ottobre, si sono registrate  1.330.005 immatricolazioni. «Ma nel 2007 erano 2.494.115» continua il presidente. A livello europeo, ottobre è risultato un mese «piatto, dove – seppure su numeri alti – anche il Regno Unito ha fatto segnalare un -1%». Connessioni con la crisi della siderurgia del Paese? Secondo il presidente, tale segno «-» potrebbe rappresentare comunque un segnale. E proprio in relazione ai fornitori di acciaio, Vavassori definisce la situazione di Ilva come «un disastro. Non è stato interpretato nel modo corretto, a mio avviso, il rilievo dell’azienda. Mi auguro che da un punto di vista ambientale e produttivo si possano trovare le giuste soluzioni. Io temo per il mercato di Ilva, che, negli anni è stata un punto fermo tanto per clienti italiani che esteri. Per questa ragione io ritengo che stia anche a noi clienti fornirle un aiuto».
E c’è chi giura che tale aiuto, a breve, vedrà la luce.    


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