BRESCIA – Non è più la ciliegina sulla torta, ma sta diventando sempre più l’essenza stessa della torta. È la sostenibilità: per la siderurgia questo concetto non è più un orpello o un diadema da mostrare, ma un asset fondamentale per garantire la crescita delle imprese. Lo hanno spiegato gli imprenditori presenti al convegno Acciaio e sostenibilità, organizzato da Siderweb durante Supernova, il Festival dell’Innovazione.
«La sostenibilità conviene – ha esordito il presidente di Feralpi Giuseppe Pasini -, ma va intesa come sostenibilità ambientale, economica e sociale. L’azienda deve creare le condizioni per il benessere del territorio e della popolazione ed il compito degli imprenditori è quello di condividere il proprio lavoro con i cittadini, aprendo le proprie imprese». Sul rapporto con il territorio è tornato anche Giovanni Comboni, amministratore delegato di ORI Martin e vice presidente di A2A, il quale, però, ha precisato che, se le aziende sono tenute ad una sempre maggiore attenzione nell’ambito della sostenibilità, anche la popolazione dovrebbe cercare di aprirsi maggiormente e riconoscere alle imprese gli sforzi fatti per il bene comune. Giuseppe Cavalli, direttore generale di Alfa Acciai, ha invece sottolineato due aspetti di cornice fondamentali: la concorrenza e la credibilità. Il primo impatta in maniera decisiva anche sugli aspetti ambientali e di sostenibilità, mentre sul secondo Cavalli ha posto l’attenzione sulla difficoltà di creare una reputazione di credibilità e di mantenerla nel tempo, citando il caso Volkswagen come emblematico della possibilità di veder sfumare un capitale di fiducia da parte dei clienti, costruito in decenni di lavoro, in un battibaleno. Giampietro Franchini (presidente di Franchini Acciai) e Francesco Franzoni (amministratore delegato di RAFFMETAL) hanno sottolineato i risultati degli investimenti ambientali delle rispettive realtà produttive. «Abbiamo installato degli impianti per i trattamenti termici – ha detto Franchini – che ci consentono un risparmio del 70% di energia, con un beneficio sia ambientale sia economico notevolissimo». Per RAFFMETAL, invece, «nei primi anni 2000 abbiamo sentito l’esigenza di crescere, altrimenti saremmo stati schiacciati dalla concorrenza – ha dichiarato Franzoni -. Per farlo, però, abbiamo sentito l’esigenza di far accettare al territorio i nuovi investimenti: con il dialogo, la ricerca, la collaborazione con l’Università oggi, a 15 anni di distanza, abbiamo quadruplicato l’attività diminuendo le emissioni del 75%. Abbiamo calcolato che l’80% dei nostri utili deriva da investimenti nati da esigenze ambientali. Oggi, per noi, investire in ambiente non è più un’opzione, ma un obbligo per crescere».
«Un elemento importantissimo che troppo spesso è sottovalutato è quello della continuità: la sostenibilità è la preclusione della discontinuità – ha commentato Dipak Pant, docente dell’Università Carlo Cattaneo e co-autore di Industria e Acciaio 2030 -. Oltre agli sforzi su ambiente e paesaggio bisogna fare di più, creando un protocollo per la siderurgia e proponendosi come leader nell’ambito della sostenibilità, divenendo un punto di riferimento a livello nazionale».